Vai menu di sezione

Casa F.lli Bronzetti

Casa storica dove ebbe dimora la famiglia Bronzetti ed in particolare i due fratelli Domenico e Carlo Giuseppe, il primo padre di Pilade e Narciso considerati eroi del risorgimento italiano, il secondo ufficiale del Regno di Baviera e autore di un diario della campagna di Grecia (1832 - 1834). 

Dal diario di Carlo Giuseppe e dalle lettere che egli scrive al fratello, emerge un forte attaccamento alla loro terra natale e al paese che hanno lasciato, una terra nella quale vivono popolazioni che parlano lingue diverse e che vivono assieme da tempo immemorabile. Una terra di confine dove l'identità e l'appartenenza sono complesse e qualche volta difficili ma che, proprio per questo, sono più ricche. Dopo l'annessione della nostra Regione allo Stato Italiano i Bronzetti furono degnamente ricordati con posa di lapidi ed intitolazione di vie e piazze a loro nome.

casa Bronzetti

“Storia di una famiglia ed di un’amicizia tra il nostro paese e la cittadina tedesca di Bamberga”

"La dinastia dei fratelli Bronzetti (ai quali è dedicata anche una via nel centro di Trento), eroi del Risorgimento, ebbe origine a Roverè della Luna, dove abitava il padre Domenico prima di trasferirsi a Cavalese e, successivamente, a Mantova. Domenico e il fratello Carlo Giuseppe vivevano nella loro casa natale di Roverè della Luna, oggi divenuta monumento del paese (foto). Domenico divenne padre dei tre eroi garibaldini Narciso, Pilade e Oreste Bronzetti, protagonisti del Risorgimento italiano, mentre Carlo Giuseppe Bronzetti, trasferitosi in Baviera, intraprese la carriera militare diventando colonnello dell’esercito bavarese e figura di spicco nell’alta società della città di Bamberga.

Dagli albori dell’Ottocento, i Bronzetti abbandonarono così il loro paese e le loro origini trentine ricordando però, nelle lettere che si scrivevano, i bei tempi di gioventù vissuti a Roveré della Luna.

Nel 2009, in occasione del centenario della cassa rurale di Roveré della Luna, il presidente della cooperativa di credito, Arrigo Dalpiaz, ideò un progetto per la valorizzazione del territorio e invitò gli architetti Bruno Pedri, Enrico Cristoforetti, Furio Sembianti, con il professor Antonio Scaglia (tutti profondi conoscitori della storia, cultura e tradizioni locali), ad avviare delle iniziative destinate anche alla riscoperta dei personaggi famosi del paese, come gli avi della famiglia Bronzetti. Fu così che Antonio Scaglia e Bruno Pedri avviarono uno scambio di informazioni con la città tedesca di Bamberga, attingendo altri utili indizi dai racconti che proprio il professor Scaglia aveva raccolto nel suo libro «Una terra di confine come patria: i Bronzetti di Roveré della Luna». E così, dopo anni di ricerche per ricostruire l’albero genealogico e cercare in giro per il mondo i discendenti dei Bronzetti, il comitato storico istituito a Roverè della Luna, affinché le radici dei Bronzetti non finissero nel dimenticatoio, è riuscito a individuare i discendenti di Carlo Giuseppe e adesso si spera di rintracciare anche i discendenti della famiglia di Domenico.

Roverè della Luna ha promosso una giornata di festa nell'autunno del 2016, invitando il ramo della famiglia di Carlo Giuseppe, con i pronipoti giunti da ogni parte del mondo. Il nutrito gruppo di parenti è stato ricevuto in municipio dal sindaco Luca Ferrari e, nell’evento, è stato coinvolto l’intero paese. Uno dei discendenti, l’avvocato Heinz Jaeger, ha tracciato il profilo di Carlo Giuseppe, uomo che intraprese fin da giovane la carriera militare, ma sempre attento alle problematiche etniche poiché memore della sua infanzia e adolescenza vissuta in un paese di confine come Roveré della Luna." [Articolo del giornale L'Adige di data 1.11.2016 (on line al link https://www.ladige.it/territori/lavis-rotaliana/2016/11/01/dinastia-bronzetti)]

 Narciso, Pilade e Oreste Bronzetti: patrioti trentini, morti combattendo per la libertà d'Italia.

"Il primo di essi, Narciso, nacque a Cavalese di Trento il 5 giugno 1821, morì a Brescia il 17 giugno 1859. Compiuti gli studî a Mantova, dove la famiglia aveva preso dimora, entrò assai per tempo nei Cacciatori tirolesi, congedandosi però poco dopo (1847), per tornare a Mantova, dove prese parte alle agitazioni politiche che tenevano in allarme la guarnigione di quella città, la quale non aveva potuto secondare il moto delle Cinque Giornate. Riuscito a fuggire, si arruolò nella legione Longoni, formata a Governolo, e col grado di sottotenente diede prove di grande valore. Terminata la campagna del 1848, riparò in Piemonte, iscrivendosi con lo stesso grado nel battaglione dei bersaglieri di Manara, e combatté l'anno seguente al Gravellone. Dopo la battaglia di Novara, seguì il Manara a Roma, dove, col grado di capitano, partecipò all'eroica difesa di Porta San Pancrazio. Caduta Roma, si ritirò a Genova. Durante la campagna del 1859, capitano nel 1° reggimento dei Cacciatori delle Alpi, combatté eroicamente a Varese e a San Fermo, ma specialmente al ponte Serio, dal quale scacciò il nemico soverchiante di forze, e a Treponti (15 giugno), dove rimase ferito in più parti del corpo. Condotto a Brescia, vi morì due giorni dopo in seguito alle ferite.

Pilade, nacque a Mantova il 23 novembre 1832, morì a Castel Morrone il 1° ottobre 1860. Insieme con Narciso, uscì da Mantova e prese parte all'assedio di quella città, poi combatté alla Cava nel battaglione Manara, quindi alla difesa di Roma col grado di sergente, segnalandosi al fatto d'arme di Valmontone contro l'esercito borbonico. Divise col fratello l'esilio di Genova, e nel 1853 si disponeva a partecipare al moto mazziniano della Lunigiana, quando fu tratto in arresto con Scipione Pistrucci (1° ottobre) e condotto nella fortezza d'Alessandria. Minacciato di deportazione in America, dove il governo piemontese inviò tanti esuli italiani riparati in Piemonte perché sospetti di mene mazziniane, gli fu tuttavia concesso, per intercessione di amici, di rimanere a Genova. Partecipò alla guerra del 1859, in qualità di tenente nei Cacciatori delle Alpi, combattendo valorosamente a Varese, a San Fermo, a Lecco; e giunto a Brescia il 15 giugno, poté colà abbracciare il fratello morente e ricomporne la salma. Assunto il comando della compagnia di presidio di Rocca d'Anfo, poco dopo andò a Bergamo, a Novi, da dove, nel giugno del 1860, accorse a Genova per arruolarsi nella spedizione Cosenz. A Palermo fu promosso capitano; combatté a Milazzo, impadronendosi di tre pezzi d'artiglieria. Passato in Calabria, e compiuta con l'esercito liberatore la rapida marcia su Napoli, fu subito dopo inviato a Caserta, e verso la metà del settembre, al comando del 1° battaglione bersaglieri, spedito a occupare Castel Morrone, posto avanzato sopra un monte che domina la valle del Volturno. Il 1° ottobre un corpo d'esercito borbonico forte di seimila uomini, assalì quel castello diroccato difeso da poche centinaia di volontari, e in seguito ad aspro combattimento, riuscì a impadronirsene. Molti dei difensori, dopo aspra lotta, rimasero feriti o uccisi: e tra questi ultimi, Pilade B., che non volle arrendersi, nonostante fosse rimasto ferito in più parti del corpo.

Oreste Bronzetti nacque a Mantova il 6 giugno 1835. Partecipò, nonostante la giovane età, ai moti del 1848. Poi restò con la famiglia fino al 1855, anno in cui raggiunse i fratelli Pilade e Narciso in Piemonte. Nel 1856 decise di intraprendere un viaggio di affari in Turchia per importare bachi da seta. Rientrò dal viaggio nel 1857 e si ricongiunse alla famiglia. Dopo la morte di Narciso e poi di Pilade ricadde su di lui la responsabilità della cura dei genitori e delle numerose sorelle. Partecipò nel 1866 alla spedizione con Garibaldi nel Lazio. Nel 1868 sposò Caterina Maffezzoli, dalla quale ebbe due figli, Elisa e Pilade e morì a Milano in data 8 febbraio 1882.

 Bibliografia:

-          Testo fra virgolette di M. Menghini per l'enciclopedia Treccani

-          M. d'Ayala, Vite degl'Italiani benemeriti della libertà e della patria, Firenze 1863, pp. 93-101; G. Castellini, Eroi Garibaldini, Bologna 1911.

-          Notizie su Oreste Bronzetti dal Sistema informativo degli archivi storici del Trentino-AST.

Collocazione geografica

Come arrivare

Pubblicato il: Giovedì, 11 Luglio 2013 - Ultima modifica: Lunedì, 07 Novembre 2022

Valuta questo sito

torna all'inizio